SPES ULTIMA DEA

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Partiamo dal mitico “modulo richiesta garanzie imprese” per la liquidità.

Descriviamo quindi l’approccio avuto sul tema con la banca, uno di maggiori istituti di credito del Paese e del quale un nostro associato è cliente con la sua piccola azienda da oltre quarant’anni. Andiamo per fasi, fasi che ora paiono di rigore.

Fase 1 – ultima settimana di marzo. Essendo ormai evidente l’evoluzione negativa della situazione economica e mormorandosi l’arrivo del poi rinominato “decreto cura Italia” il cliente della banca telefona al suo riferente in banca per avere qualche informazione. Così viene edotto del fatto che la situazione è disastrosa, la banca è sommersa da richieste di liquidità per le scadenze di fine mese e quindi se proprio non avesse urgenza sarebbe meglio riparlane dopo una settimana. E poi, suggerimento interessante, “al più non paghi i suoi fornitori . . .“

Fase 2 – prima settimana di aprile. Come da accordi richiama in banca e ora, pur risolta l’emergenza delle richieste di fine mese, non gli viene proposto nulla perché non c’è assolutamente nulla di nuovo; il poveretto prova a chiedere riguardo alle linee ordinarie che possibilità ci possano essere, ma gli viene detto che oltre il 4-5% del suo fatturato annuo non si può andare…

Fase 3 – ieri sempre con la stessa cadenza settimanale cui anche il Governo ci ha abituato alle novità e forte dell’approvazione  del decreto nonché della pubblicazione del modulo di cui in premessa, richiama ancora una volta la banca. Il suo referente molto (che una volta chiamava amico) cortesemente gli comunica che non sanno assolutamente nulla, non ci sono circolari, né istruzioni, non ci sono procedure, quindi il modulo lo posso anche compilare e inviarlo, ma tanto non saprebbero poi a chi e come inoltrarlo. E per i tempi … “settimane, mesi… vedremo ci chiami tra un po’ magari il mese prossimo!”

Non sappiamo se, disorientato, abbia chiesto di precisare se meglio la mattina o il pomeriggio e a che ora. Spes ultima dea est.

Cardia Advisory c’è.

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