SOTTO LO SPREAD LA BANCA SOFFRE
L’aumento dello spread a cui abbiamo assistito da qualche mese a questa parte, intervallato soltanto da sporadiche oscillazioni al ribasso, è fonte di non poche preoccupazioni: le imprese temono infatti la stretta creditizia e l’applicazione di condizioni peggiorative sui finanziamenti ottenuti. Comprendere se gli allarmismi siano effettivamente giustificati richiede di analizzare le relazioni che intercorrono tra valore dello spread, variabili che determinano il costo complessivo dei prestiti bancari e ammontare del credito concesso.
Il tasso di interesse dei finanziamenti bancari, componente fondamentale del costo globale, si ottiene applicando ad alcuni indicatori di mercato (Euribor, Eurirs, tasso Bce e Libor) presi come parametri di riferimento, una maggiorazione dipendente principalmente dal grado di solvibilità del prenditore di fondi. Se esistesse una relazione diretta tra valore dello spread e tali parametri, ci sarebbe ovviamente una ripercussione immediata sul costo dei finanziamenti.
L’aumento dello spread Btp-Bund potrebbe influenzare sia la maggiorazione che le banche applicano sugli indicatori base, sia le commissioni praticate.
Gli istituti di credito potrebbero infatti ribaltare su tali variabili i maggiori costi da sostenere per la raccolta di fondi: un rialzo del rendimento dei Btp causato dall’aumento dello spread, significa infatti per le banche dover corrispondere interessi più elevati sulle obbligazioni da loro emesse.
Sicuramente non sussiste alcun rischio per gli interessi dei mutui a tasso fisso che, per loro natura, sono insensibili alle variazioni dei parametri; scarse le probabilità di aumenti per quelli a tasso variabile già in essere.
Discorso a parte e completamente diverso deve essere fatto per i nuovi finanziamenti, per i quali le condizioni di prezzo potrebbero effettivamente rivelarsi più onerose. Da tenere inoltre presente che le banche sono tra i principali detentori di Btp: la svalutazione di tali titoli, sommata a una mancanza di fiducia sulle prospettive economiche, potrebbe indurle a un’estrema cautela e selettività nella concessione dei crediti, per evitare un peggioramento dei loro bilanci.