Salone Feste

RINGRAZIANDO LEONARDO

Ringraziamento

Il consenso riguardo l’impostazione dell’evento –  riscontrato da parte degli organismi istituzionali che con il loro patrocinio hanno premiato gli autori dell’evento (Paola Finardi  e Valeria Guerra), dalle varie rappresentanze consortili delle imprese, dalle sedi funzionali dell’associazione, da parte dei presenti, da parte delle imprese sponsor significativamente attente a connotazioni di eleganza, armonia e attrattiva – che nell’eccellenza della rappresentazione corale dei relatori visti come “attori” e di presenze miste di pensiero e di bellezza, si potrebbe chiamare Arte, dal latino Ars, da intendere come umana disposizione dei saperi e della materia sensibile per un fine estetico.

Le ragioni che ci hanno indotto ad accettare l’invito a promuovere l’evento si ritrovano nel fil rouge che ci motiva sposando Arte e Impresa; è il filo sottile che allegoricamente unisce il lavoro che è parte della nostra vita emersa alla vita silenziosa fuori dalla fabbrica; spezzando la dicotomia esistenziale facendone di due una sola.

Nell’etimo greco, areté, è capacità, virtù, calcolo, tecnica, strategia e tattica.
Ars è il nocchiero che pilota una nave. Ars è conquistare la donna desiderata (dall’ars amatoria di Ovidio, esiliato da Augusto per il metaforico e potente senso di dissenso al potere) per finire alla ars vitae, il saper vivere (quel di cui ci parlerà nel corso dell’evento la d.ssa Valeria Guerra).

In un forse distorto punto di vista aziendalistico, allora ars e areté sono anche la conduzione di un’impresa, imprenditore come nocchiero, è arte.

Lo si spiega meglio tornando all’etimo greco ove arte è quindi soluzione dei problemi che lei stessa ha generato che ci rimanda a Icaro che prende il volo con ignota ars che per Ovidio è invenzione. Nessuno può negare che anche gli imprenditori inventano, ogni giorno.

Se dunque disegnassimo o dipingessimo su una tela i diagrammi delle evoluzioni imprenditoriali a rappresentare tecniche meccaniche o informatiche, amministrative, lavorative e inventive che questo disegno sia opera d’arte non lo possiamo dire e forse per essere tale dovrebbero essere riconosciuta da qualcuno che ne avesse titolo. Pensando a certi dipinti di Kandinsky o alle geometriche irridescenti scomposizioni della luce dei futuristi come Giacomo Balla ecco che la nebbia del dubbio si diraderebbe.

Di certo artista è il contadino che traccia nel paesaggio armonie visive e olfattive. Lo è anche il pastore che apre il cuore con la serena vista delle sue greggi.

Noi stessi, uomini, siamo opera d’arte, spesso incompiuta.

Che sia una buona serata di Arte, Cultura e Bellezza.

Presidenza Assimpresa

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