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ISA: TUTTO DEVE CAMBIARE PER NON CAMBIARE NULLA

Dall’esame dei modelli, delle istruzioni alla compilazione e delle note metodologiche allegate al D.M. Economia 30.12.2018 (che ha dato il via libera agli indicatori sintetici di affidabilità fiscale con decorrenza dal periodo d’imposta 2018), emerge chiaramente che la quantità di informazioni che i contribuenti dovranno inserire non è certo inferiore a quanto finora richiesto dagli studi di settore. Al debutto sulla scena fiscale dei nuovi Isa, emergono dunque circostanze oggettive che lasciano presagire l’ennesima occasione perduta per una reale semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti.
In questo senso basta esaminare i nuovi modelli Isa pubblicati sul sito delle Entrate (seppur ancora nella versione in bozza) per rendersi subito conto che, al pari dei loro predecessori, sono strutturati da una serie di quadri all’interno dei quali i contribuenti sono chiamati a inserire sia dati di natura strutturale, sia dati di natura contabile ed extra contabile.
Anche la struttura dei quadri di cui si compongono i modelli Isa non sembra variata rispetto ai modelli degli studi di settore. Troviamo infatti un quadro A, dedicato al personale, un quadro B dedicato alle unità locali nelle quali si svolge l’attività, un quadro C dedicato agli elementi specifici dell’attività, un quadro D dedicato ai beni strumentali, un quadro E destinato ai dati utili per la revisione e, infine, un quadro F destinato ad accogliere i dati contabili.
La struttura dei nuovi modelli Isa è dunque identica, salvo qualche piccola differenza, rispetto alla modulistica degli studi di settore.
Nei nuovi Isa manca però un quadro dedicato alle “annotazioniall’interno del quale i contribuenti potrebbero inserire, in una logica di contraddittorio anticipato, eventuali giustificazioni che hanno causato un basso punteggio in termini di affidabilità fiscale. La richiesta di inserire tale quadro aggiuntivo è stata avanzata da alcune delle categorie economiche chiamate da SoSe a esprimere un parere sui modelli Isa ma, almeno per adesso, non pare sia stata accolta.
Se i modelli Isa non sembrano soggetti a cura dimagrante quanto a dati e informazioni richieste, nemmeno dall’esame delle note metodologiche di accompagnamento emergono concreti segnali di semplificazione.

In generale ogni singola nota metodologica che accompagna e illustra il funzionamento dei nuovi indicatori si compone di circa 30 pagine, all’interno delle quali sono riportate complesse formule di calcolo, variabili matematiche e statistiche, indicazioni circa il percorso di costruzione dell’indicatore sintetico di affidabilità fiscale per la specifica tipologia di attività economica alla quale ognuna di esse è dedicata.

Così come avveniva nell’era degli studi di settore, anche per i nuovi Isa sarà dunque estremamente difficile, se non impossibile, comprendere appieno il funzionamento dei nuovi logaritmi di calcolo.
Ma prima di esprimere un giudizio “definitivo” sui nuovi indicatori sintetici di affidabilità fiscale, occorre attendere il programma informatico che elaborerà i dati forniti dai contribuenti e attribuirà il punteggio ottenuto su una scala di valori da 1 a 10. A tutt’oggi, in perfetta sintonia con il famigerato predecessore “Gerico”, del software ovviamente non si conosce nulla.

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