I puntini sulle i- Banche Deutsche uber alles
Il piano della Bundesbank che fa tremare le banche
A Francoforte crescono le perplessità sul sistema bancario italiano, e dove stanno maturando proposte che puntano a mettere un cappio ai paesi con debito pubblico troppo alto come il nostro, per evitare che i meccanismi di salvataggio europei possano salvare i peccatori a spese dei virtuosi
Un nuovo colpo alle nostre banche starebbe per arrivare dalla Germania.
Perché la vera ragione della tempesta perfetta sta tutta nelle mosse della Bundesbank. A Francoforte crescono le perplessità sul sistema bancario italiano, e dove stanno maturando proposte che puntano a mettere un cappio ai paesi con debito pubblico troppo alto come il nostro, per evitare che i meccanismi di salvataggio europei possano salvare i peccatori a spese dei virtuosi.
La preoccupazione della Bundesbank riguarda i rischi che le nostre banche si portano in pancia (di cui avevamo già parlato nell’articolo La speculazione come scusa). La vera ragione del ciclone che ha messo in crisi le nostre banche è la montagna di titoli del debito pubblico italiano che le banche hanno comprato in passato e che sono costrette a tenersi stretto.
E qui entrano in scena Bot e Cct. A svelare il piano, come riporta l’Huffington post è un dossier del think tank che fa capo alla Luiss, la School of European Political Economy redatto da Carlo Bastasin, Lorenzo Bini Smaghi, Franco Bruni, Marcello Messori, Stefano Micossi, Franco Passacantando, Fabrizio Saccomanni e Gianni Toniolo. Il messaggio è chiaro: “Attento Renzi, la tua politica di stimolo ha fatto ben poco, mentre non ti sei più preoccupato della crescita del debito, che è uno degli elementi più critici per la stabilità dell’euro-area. E se fino all’anno scorso la recessione faceva da scusante per non rientrare dal debito, quest’anno quell’alibi non vale più, la qual cosa ci potrebbe procure una procedura di infrazione”.
A questo aspetto se n’è aggiunto un altro: la perdita di leadership di Berlino sul fronte europeo.
Da qui la rottura dei patti e la nuova direzione: chi ha un debito troppo alto deve rafforzare la separazione tra rischio sovrano e rischio bancario.
Il dossier esplicita la tattica di Berlino: “nuove regole che attribuiscano un esplicito coefficiente di rischiosità ai titoli pubblici dei paesi dell’euro-area”, scrive il rapporto, “costringendo le banche a non considerarli più come titoli privi di rischio. Sono inoltre già materia di discussione nuove regole che stabiliscano limiti precisi alla quantità di titoli sovrani di un singolo paese nel bilancio di ogni banca”.
Gli obiettivi sono questi: l’introduzione di un rating di rischiosità da attribuire al debito dei diversi paesi europei, così da obbligare le banche a considerarli alla stregua di altri titoli a rischio nei propri bilanci. Inoltre, l’introduzione di regole che limitino la quantità di titoli di Stato che ciascuna banca può detenere. Un terremoto per tutti gli istituti europei, ma in particolar modo per i nostri, che hanno sempre aiutato lo Stato a piazzare il suo debito comprando a man bassa e mettendolo nei caveau.