CIGNO NERO QUINDI ALL’ERTA E PIEDI PER TERRA
La situazione è molto incerta e la presunta “dignità”, ammesso che così si possa chiamare, a prescindere dalla querelle sul contrasto dei numeri, tra quelli forniti dal Presidente dell’INPS e dal Centro Studi Confindustria in contrasto con il Ministero del Lavoro è quasi certo che dovrà prendere un’altra strada e un altro nome.
Si tratta del Decreto dignità che non aiuta l’occupazione in un periodo di bassa crescita e l’idea di un taglio delle pensioni con effetti su diritti acquisiti, crea una situazione non facile per chi vuole investire in Italia, cui servono certezze.
Come se non bastasse c’è un cigno nero che potrebbe riguardare l’Italia. Nonostante non se ne parli più, le sofferenze bancarie, a livello medio, non sono alte, ma potrebbero esserci istituti con livelli pericolosi di NPL che potrebbero andare in crisi.
Anche banche francesi e tedesche potrebbero trovarsi nei guai per via della loro esposizione ai derivati. C’è poi un contesto internazionale non proprio tranquillo tra i timori di guerra commerciale e l’incertezza sul quadro europeo. Dunque abbiamo un rischio debito pubblico mostruoso che dipende da due ordini di fattori.
A rafforzare la previsione il fatto che il ministro Tria non è in grado di garantire che noi risolveremo il problema del debito in modo strutturale, dall’altro da fattori esogeni che dipendono da crisi finanziarie europee e dal rallentamento dei mercati che possono indurre a vendere il nostro debito pubblico. Questo cigno nero può quindi benissimo riguardarci.
A seguire la legge di bilancio potrebbe far nascere una situazione esplosiva per il Governo.
Difficilmente con la Legge di bilancio si potranno prendere nuovi provvedimenti importanti. Tria, che ha comunque poco potere e non ha una sua struttura di esperti (si avvale di quelli utilizzati dal suo predecessore Padoan), crediamo per questo che toccherà nulla. A quel punto bisognerà vedere se ciò andrà bene o no a Lega e Movimento 5 Stelle.
Flat tax, opportunamente potrebbe accontentare parte dell’elettorale leghista. Tutt’altro discorso per il reddito di cittadinanza che interessa il Movimento 5 Stelle: servono molti più soldi per fare un piccolo passo.
Chi o cosa farà saltare il banco facendo cadere il Governo?
In Senato l’esecutivo non ha un’ampia maggioranza ed essa dipende principalmente dai voti pentastellati. Nel caso di ritorno anticipato alle urne nel Movimento 5 Stelle c’è chi rischia di non potersi più ricandidare e il “tengo famiglia” vale anche per gli “onesti”.