Allarme rosso INPS
Allarme rosso dell’Inps: altro buco da 3,2 miliardi. Azzerato il patrimonio
Previsioni fosche per il bilancio dell’istituto. Monta la polemica sulla reversibilità.
Monta la polemica sui temuti tagli alla reversibilità arrivano notizie fosche dai conti dell’Inps: il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’ente previdenziale, con la contrarietà della Uil, ha approvato il bilancio di previsione 2016, da cui emerge che quest’anno il capitale verrà quasi azzerato e, in assenza di correttivi, andrà in negativo nel 2017.
Non si tratta di un allarme rosso per le pensioni, ma di certo è un segnale che la sostenibilità dei conti previdenziali, dopo tante riforme, corre su un sentiero meno garantito del previsto.
Il disavanzo 2016 sarà di 11,2 miliardi (di esercizio) e 3,2 miliardi (di competenza) che riducono il patrimonio a 1,8 miliardi. Lo sbilancio è figlio soprattutto dell’incorporazione dell’Inpdap da una parte e dall’altra dell’andamento costantemente negativo di alcune gestioni previdenziali, dai fondi dei lavoratori elettrici a quello dei ferrovieri.
La sensazione che trapela dall’Inps è che ci sia ancora una volta la volontà di rendere manifesti i nodi irrisolti attraverso il clamore generato da questi numeri allarmanti e proseguire così nell’attività di pulizia dei conti avviata dalla presidenza Boeri.
La relazione del Civ in questo senso contiene più di un indizio.
Oltre alle lamentele per i tagli alle spese di funzionamento imposti dal governo che «sono di pregiudizio alla funzionalità dell’istituto e, in particolare, incidono sulla qualità dei servizi erogati», c’è nero su bianco un pungolo alla politica: «Non sono ancora intervenute le soluzioni legislative auspicate per conseguire gli equilibri di bilancio di tutti i fondi e le gestioni previdenziali amministrate dall’Inps aventi un trend negativo».
Da una parte dunque c’è una richiesta di intervento normativo, dall’altra si prospetta la necessità per il governo di reperire nuovi fondi necessari a sanare lo sbilancio.
La polemica sui possibili tagli alla pensioni di reversibilità non pare del tutto infondata considerati i possibili interventi per legare il trasferimento pensionistico al coniuge superstite non più ai guadagni, ma alla complessiva ricchezza che risulta dal calcolo Isee.
Insospettisce nella proposta di “razionalizzare» il settore che nell’analisi allegata al ddl delega sulle norme di contrasto alla povertà ci siano i dati sui beneficiari di pensioni di reversibilità, più di 3 milioni e sulla spesa totale nel 2015, oltre 24,1 miliardi di euro.
Sicuro che vedove e vedovi italiani non debbano temere niente?