“WHATEVER IT TAKES” A FRONTE DI CIFRE DEL TUTTO INADEGUATE
WHATEVER IT TAKES A FRONTE DI CIFRE DEL TUTTO INADEGUATE
OSSERVATORIO Ufficio Studi Assimpresa
A la guerre comme a la guerre: fare le scelte giuste per non morire di covid 19 e nemmeno di fame.
Nel clima convulso di questi giorni, segnato dai bollettini dei contagi e dei decessi, crediamo purtroppo che il governo intenda portarci verso la ratifica della riforma del Mes. Il Mes è inadeguato come risorse e asimmetrico negli impegni. Chi sottoscrive il capitale, se non effettua i versamenti richiesti perde solo in diritto di voto. Chi riceve i finanziamenti invece è soggetto a varie condizionalità. Mes e bail in sono stati in realtà espressione di una strategia miope volta a contenere la crisi della finanza, pubblica o privata, all’interno dei singoli Stati ove si genera e trasformarla in implosione senza farla deflagrare all’esterno. Un’illusione. L’attuale recessione dell’economia reale nell’eurozona è contagiosa come la pandemia che l’ha causata. Nessuno può pensare di tirarsene fuori indenne da solo.
La strategia dell’implosione non potrà funzionare. Né verrà più invocata, a parte alcuni paesi del nord.
Siamo davanti ad un avvitamento generale di tutta l’economia europea. La Germania è intenzionata a mettere a disposizione 550 mld di euro a sostegno dell’economia tedesca. Ha le risorse per farlo e lo spread a suo favore.
Un intervento isolato così massiccio a favore della propria economia sarebbe in contrasto con la regola fondamentale del divieto di aiuti di Stato all’economia nazionale. Alla recessione si accompagnerebbe la regressione della costruzione comunitaria anche politica. La Germania non può illudersi di salvarsi da sola, con l’Olanda e forse una Francia comunque mal concia.
Pensiamo che con colpevole ritardo se ne faranno un po’ tutti una ragione. La recessione incombente non è solo affare nostro. Si potrebbe creare un fronte comune maggioritario, ora che il Regno Unito è fuori, a salvaguardia dell’economia reale dell’eurozona. C’è da credere che a questo non punto rimarremo isolati.
Gli argomenti trattati a cura del Segretario Generale, dr Aldo Romanini, sono a disposizione a richiesta degli associati e delle sedi.
- parte prima: aspetti fiscali – Niente tasse, salvaguardia dell’occupazione, mobilitazione del risparmio nazionale un nuovi “Whatever it takes “Cifre del tutto inadeguate. Ma, cosa ancor più grave, anche il metodo è sbagliato, soprattutto in materia fiscale: nel decreto cura Italia varato dal governo Conte per fronteggiare l’emergenza economica imposta dal coronavirus “manca del tutto la consapevolezza che il gettito non si può sospendere sperando di rinviarne l’introito. In questa crisi il gettito è perso.
Serve l’esonero dall’imposizione fiscale per un determinato periodo di tempo, condizionato alla salvaguardia dei posti di lavoro privato anche e non solo dipendente ….. - parte seconda: l’occupazione – A la guerre comme a la guerre – L’occupazione si salva eliminando gli oneri fiscali e contributivi su imprese, lavoratori autonomi e collaborazioni, si mettono costoro in condizioni di dare lavoro e di percepire uno stipendio. Non solo per tutto il periodo dell’emergenza, ma anche dopo, per sostenere la ripartenza. È certo che il debito pubblico salirà. Le spese per far fronte all’emergenza sanitaria e il riconoscimento degli sgravi fiscali porteranno a un forte aggravio di bilancio. Occorrerà a questo punto una riduzione significativa della spesa pubblica. C’è una gran parte del paese che vive in un regime di relativa certezza del lavoro. Il pubblico impiego dovrà dare il suo contributo. ..